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Che fantastica storia è la vita, Giancarla!

“Che fantastica storia è la vita” cantava Antonello Venditti. Un titolo che potremmo cambiare nella versione “Che fantastica storia è il calcio”. Sì perché il calcio è un concentrato di storie. Quelle che escono sui media sono solitamente quelle più brutte, ovvero storie di violenze, di cori beceri, di razzismo, storie di sputi tra giocatori o di insulti gratuiti a genitori defunti. Poi ci sono anche quelle positive. Storie di vero amore che probabilmente solo il calcio sa regalare: Florenzi che segna e corre ad abbracciare e a baciare la nonna, storie di tifosi bergamaschi che dopo il terremoto aquilano del 2009 adottano L’Aquila rugby e per un lungo periodo organizzano un pullman per sostenere la squadra, che cerca la forza di ripartire dopo la devastazione. Ci sono storie di amore incondizionato verso la propria squadra, di tifosi legati al rispetto ed alla storia della maglia, di tifosi o semplici sportivi che si sentono in dovere, quasi attratti come da un magnete, a recarsi sul Colle di Superga ad onorare gli Invincibili. Storie come quella di mio padre che nonostante l’età, gli acciacchi, e le dimenticanze di alcuni ricordi, recita ancora a memoria la formazione del Grande Torino. E poi ci sono storie di chi non riesce a separarsi dallo Stadio, non riesce a separarsi dalla propria anima. C’è Giancarla, signora di 84 anni, una vita passata a faticare come domestica, mestiere che svolge ancora oggi tre volte a settimana. Storie di amore incondizionato verso suo marito Ercole, dal cuore nerazzurro come lei, e verso l’Inter. Purtroppo una brutta malattia le ha portato via il suo compagno di vita, ma anche nelle difficoltà e negli ultimi momenti vissuti assieme, Giancarla ha saputo riempire di amore il cuore di Ercole. Una domenica – come Giancarla stessa racconta sul sito ufficiale del club nerazzurro – riuscì a far uscire dall’Ospedale “San Carlo” suo marito con la scusa di un battesimo, ma non ci fu nessuna cerimonia; Giancarla portò Ercole a vedere l’Inter un’ultima volta. Incoscienza e follia indussero la signora originaria del pavese a fare questo ultimo regalo a suo marito che, siamo sicuri, ne sarà stato felice. 

Oggi Giancarla non ha più Ercole al suo fianco. Mantiene i suoi ricordi nel cuore, e sulla pelle i colori nerazzurri, che proprio con il marito amava condividere. Giancarla oggi non riesce a frequentare lo stadio come e quanto vorrebbe. E allora la si può incontrare mentre per novanta minuti ha la forza di camminare intorno allo stadio Giuseppe Meazza, con la radiolina, per ascoltare e sostenere a suo modo l’Inter. Nessuno più fa come lei. Molti preferiscono vedere le partite in tv. Di certo non mettiamo in dubbio la fede dei tifosi che vedono le partite in televisione, ma non possiamo non esaltare la forza d’animo di questa signora, che nonostante tutto, per lei l’Inter c’è e ci sarà sempre.

L’Inter l’ha invitata allo stadio, ma sui social è partito un tam tam per regalare all’anziana signora un abbonamento. Fossimo nei panni della società non ci penseremmo due volte e valutare addirittura una sorta di presidenza onoraria. Chi più di lei potrebbe onorare la memoria dell’Inter, tramandarne i valori e far conoscere il significato di amare l’Inter? Chi più di lei?

Forse da Giancarla dovremmo tutti tornare ad imparare cosa significhi essere tifosi. “Finché morte non ci separi” è la frase che viene pronunciata ai matrimoni per sancire un amore. Così è stato tra Giancarla ed il suo caro Ercole e così sarà per Giancarla e l’Inter. Perché l’amore, quasi sempre è la soluzione a tutti i problemi e la risposta a tutti i mali. Forse da Giancarla dovremmo tornare a comprendere il significato di “amore”.

Che fantastica storia è la vita, Giancarla, e che fantastiche storie sa raccontare il calcio!

Una risposta

  1. Che bella storia!.Mi ricorda i primi anni che andavo allo stadio Olimpico a vedere la Roma.In Curva Sud era sempre presente una signora con un ombrello giallorosso aperto. Io prendevo posto in Distinti sud, mi giravo verso la Curva e lei era lì. La Signora Luisa. Inconfondibile. Con il sole e con la pioggia.

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