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De Laurentiis e la questione stadio: i problemi del presidente partenopeo sul progetto relativo al nuovo stadio

Aurelio De Laurentiis, presidente della SSC Napoli

(Fonte foto: gazzetta.it)

De Laurentiis: “Rimetteremo a posto lo stadio ma è complicato cacciare la camorra”. Con questa affermazione il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis si è presentato alla stampa partenopea ed ha espresso il suo parere riguardo al progetto di costruzione del nuovo stadio che, secondo informazioni, dovrebbe sorgere sempre nel quartiere di Fuorigrotta. Buone le intenzioni, dunque, con un impianto sportivo comprensivo di negozi e ristoranti, aperto 7 giorni su 7 e destinato a diventare una vera e propria casa del tifoso, sul modello degli stadi inglesi.
Un progetto condiviso con il Comune di Napoli, nella persona del sindaco Manfredi, e con l’idea anche di omaggiare il grande Diego Armando Maradona con una statua nel quartiere di Scampia.

Il problema da superare, prendendo come metro di misura gli stadi d’Oltremanica, presi a riferimento dal numero uno dell’SSC Napoli, è quello di creare una struttura idonea e funzionale in perfetta convivenza con quelle forze che nel bene e nel male caratterizzano il capoluogo partenopeo e parte dell’Italia. Camorra e ‘ndrangheta sono responsabili di violenze ed incidenti ma soprattutto di introdurre abusivamente spettatori non paganti all’interno dello stadio, causando perdite di incassi.
L’Inghilterra ha risolto il problema hooligans con leggi molto restrittive sulla condotta dei tifosi inasprendo delle leggi anno per anno fino a che non è stata trovata la soluzione, sacrificando gli ingressi del pubblico a beneficio dell’abitabilità e della tranquillità, ma le società hanno saputo rivedere i fatturati divenendo proprietarie degli impianti e introducendo forme di marketing molto redditizie che hanno consentito di pareggiare gli ingenti costi di esercizio.

Il “banning order”, il provvedimento con cui il governo inglese ha definitivamente risolto il problema hooligans, che vieta l’ingresso negli stadi per anni a chi si macchia di qualsiasi illecito penale prima, durante e dopo le partite, è molto simile alla nostra Daspo in vigore in Italia dagli anni ’90 ma, se da un lato risolve i problemi legati alla violenza ed ai disordini, dall’altro non impedisce l’ingresso nell’impianto sportivo a personaggi poco graditi ed agli abusivi. La camorra e la mafia sono molto infiltrate nella vita sociale degli italiani, questo fenomeno negli altri paesi europei non esiste o, se è presente, non è a questi livelli. Sembra proprio necessario un cambiamento di mentalità. Per realizzare il progetto, Il Napoli dovrà organizzare la sorveglianza con Steward non collusi, praticare controlli a tappeto e coinvolgere le forze dell’ordine utilizzando sofisticati sistemi di sorveglianza.

La ristrutturazione dello stadio, finanziando i costi con l’aumento dei biglietti sul modello inglese, sembra essere l’unico modo di “selezionare” la tifoseria, aprendo le porte a sostenitori più’ facoltosi e meno inclini a disordini, ma la sorveglianza nelle biglietterie dovrà essere spietata e costante, al fine di diminuire i possibili contatti con la malavita. La dichiarazione di De Laurentiis, in quest’ottica, sembra un grido di aiuto e un avvertimento alle istituzioni e reintroduce un tema annoso e spiacevole per l’Italia intera, quello di eliminare le infiltrazioni mafiose che sono presenti a tutti i livelli nella politica, nello sport, nell’alta finanza e nella vita di tutti i giorni; il radicamento purtroppo è stabilizzato da secoli di convivenza, in un rapporto continuo con il nostro territorio.

Daniele Scattarreggia

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