Accettare la fine: il primo passo per un nuovo inizio

(Fonte foto: Fanpage)

Clive Staples Lewis, scrittore britannico scrisse: “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”. La massima di Lewis va assunta soprattutto nell’accettazione di un fallimento, perché non si può tornare indietro per evitarlo, ma si può guardare avanti per rialzarsi e fare meglio. Una filosofia di vita che ogni donna ed ogni uomo devono far propri in qualsiasi ambito, lavorativo, sentimentale ed anche sportivo. Ad esempio un giocatore qualunque, come Simone Verdi, che dopo l’exploit di Bologna ha fallito sia a Napoli che soprattutto al Torino, dovrà lasciar perdere il passato recente e concentrarsi esclusivamente sulla sua nuova avventura veronese, per dimostrare che quello che è stato sarà peggio di quello che sarà.

A volte però capita di imbatterci non in veri e propri fallimenti, semplicemente ci si ritrova malgrado tutto a vivere delle conclusioni di cicli che non vorremmo finissero mai. È il caso del trentacinquenne Lionel Messi, che nel Paris Saint Germain gioca praticamente da fermo salvo rari momenti, oppure del trentasettenne Cristiano Ronaldo, evitato da tutte le big di Europa perché ormai non garantisce più quel surplus nel rapporto tra costi e risultati sportivi attesi. Entrambi i giocatori sono nella parabola finale della loro carriera. Possono certamente ostinarsi ad andare avanti e pretendere palcoscenici degni di nota, ma sarebbe più saggio da parte loro metabolizzare l’idea che indietro non si può tornare e che non resta loro che guardare avanti.

Ma colui che forse deve accettare l’epilogo che sta prendendo la sua carriera è l’ormai ex capitano dell’Italvolley Ivan Zaytsev. Lo “Zar”, figlio del pallavolista sovietico Vjačeslav Zajcev, che ottenne l’oro olimpico a Mosca 1980, e della nuotatrice Irina Pozdnjakova, argento nei 100 m rana agli Europei di Utrecht nel 1966, ad ottobre compirà 34 anni. Acquisisce la cittadinanza italiana nel 2008 e viene convocato in nazionale, con la quale vince l’oro ai XVI Giochi del Mediterraneo che si svolsero nel 2009 in Abruzzo. Nel 2011, con la nazionale, vince l’argento al campionato europeo, mentre nel 2012 conquista la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra. Nel 2013, vince la medaglia di bronzo alla World League, ripetendosi nell’edizione 2014, quando si aggiudica anche il bronzo alla Grand Champions Cup e la medaglia d’argento al campionato europeo. Nel 2015 vince la medaglia d’argento alla Coppa del Mondo e quella di bronzo al campionato europeo. Alle olimpiadi di Rio nel 2016 conquista la medaglia d’Argento. Per lui tanti anni e successi vissuti con la casacca della nazionale, di cui ne è diventato un vero e proprio simbolo. Dopo il deludente risultato ottenuto dagli azzurri alle Olimpiadi di Tokyo, Zaytsev ha deciso di sottoporsi ad un intervento mentre la truppa azzurra trionfava al campionato europeo del 2021. Il pallavolista spoletino era rientrato e ha condotto assieme ai suoi compagni la prima parte del ritiro pre mondiale, prima che il CT Fefé De Giorgi gli comunicasse l’esclusione. Il CT, nel motivare pubblicamente la sua decisione ha dichiarato: “Al termine di un appropriato percorso e dopo una attenta valutazione tecnica e di squadra, ho preso la decisione di comunicare all’atleta (Zaytsev, n.d.r.) che non avrebbe fatto parte della rosa dei 14 per il Mondiale. Al fine di evitare qualsiasi tipo di «speculazione», sottolineo che l’atleta ha sempre tenuto una condotta esemplare.” Naturalmente lo Zar ci è rimasto male perché lui stesso ritiene di poter dare ancora tanto alla pallavolo e alla nazionale. A tal proposito, alcuni giorni fa lo stesso ex azzurro ha detto in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ben prima della vittoria del mondiale da parte del sestetto di De Giorgi: “Non tifo contro, sto guardando tutte le partite in TV, sono in fibrillazione e tifo eccome Italia. Quanto accaduto con la Nazionale è stato un fulmine a ciel sereno. Parlando col CT De Giorgi non mi sono state date motivazioni precise. Solo che non avrei fatto parte del gruppo, nemmeno come riserva. Mi sembrava strano, per come mi stavo allenando e per la qualità tecnica che stavo dando. Ho chiesto a De Giorgi, con il quale ho un buon rapporto, di evidenziarmi cosa non andasse, anche in funzione di una mia crescita, invece la risposta è stata che non aveva nulla da criticarmi. Sono rimasto stupito. Tutti mi hanno fatto il funerale, ma questo non segna il mio addio alla Nazionale. Ho un campionato che può permettermi di dimostrare quanto valgo, sono ancor più stimolato e aggiungo che mi sento molto più in forma ora che durante gli ultimi Playoff“.

Le motivazioni della scelta di De Giorgi le conosce solo lo stesso CT, tuttavia è possibile ipotizzare che la scelta sia stata dettata dalla volontà di liberare un gruppo così giovane dalle pressioni che una figura carismatica come Ivan Zaytsev avrebbe potuto generare, in particolar modo su Romanò, di ruolo “opposto”, proprio come lo Zar, colui che ne ha preso il posto e che è sempre partito titolare con De Giorgi, anche dopo il rientro dell’ex capitano azzurro.

Dunque, checché ne possa dire Zaytsev, alla luce del successo mondiale dell’Italia del volley, possiamo affermare che De Giorgi ha avuto ragione e che difficilmente il trentaquattrenne umbro potrà essere reinserito in un gruppo azzurro vincente senza di lui. De Giorgi ha voluto iniziare un nuovo ciclo e la strada intrapresa per ora sta dando i suoi frutti. È stata fatta una scelta, ovvero quella di puntare sui giovani, escludendo un elemento ingombrante come lo Zar. Non va inteso come un vero e proprio fallimento per l’ex capitano azzurro, ma certamente deve prendere atto che molto probabilmente per lui, il ciclo in azzurro si è definitivamente chiuso. Anche per lui è arrivato il momento di guardare avanti, senza per forza ostinarsi a cambiare quello che difficilmente potrà modificare. D’altronde “non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”.

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