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I nostri arbitri sono davvero i peggiori? [cronache dal nostro ex arbitro in incognito]

(Foto: Facundo Tello, direttore di gara di Portogallo – Marocco. Fonte: Moyens.net)

Esiste una differenza tra “calcio di rigore” e “tiro di rigore”? Le telecronache “mondiali” sono state un festival di “invenzioni” regolamentari (tipo “la linea di fondo”), e poi dimenticano di approfittare della presenza di una numerosa audience davanti la tv (era una finale dei mondiali!) per fare un po’ di educazione civica dello sport più seguito al mondo. Non conoscere le regole di un gioco non solo ne impedisce appieno il godimento, ma ne deturpa in modo irrimediabile finanche la sua comprensione. La roulette finale di Argentina – Francia non doveva essere chiamata in nessun modo “lotteria dei calci di rigore”, piuttosto dei “tiri di rigore”. La differenza con i “calci di rigore”? Quest’ultimi possono essere rigiocati in caso di respinta del portiere o di un palo, mentre il “tiro di rigore” è un definitivo planare dentro una rete o un urlo disperato verso il cielo del giocatore vittima dell’errore. Non esistono seconde chance nel “tiro di rigore”. Può sembrare, il mio, un discorso eccessivamente pignolo, ma l’educazione al gioco comincia proprio dal dare il giusto peso alle parole. Pierluigi Collina (sempre bravo e attento nel suo lavoro) nel designare l’argentino Facundo Tello per la direzione arbitrale del match Marocco – Portogallo sembra aver commesso un errore di valutazione. Incomprensibile come sia stato preferito al suo connazionale Fernando Rapallini (arbitro sicuramente internazionalmente più quotato), Tello ha mostrato vistose lacune e incertezze nell’interpretare lo “Step on foot (il “pestone” nell’italiano più classico) e lo “Stop a Promising Attack”(ovvero il fermare un’azione d’attacco). Il risultato è stato quello di scontentare tutti, e in mondovisione si sono viste innumerevoli trattenute e cariche da tergo subite dai calciatori portoghesi, mentre i marocchini sono rimasti stupefatti dell’ammonizione di Boufal vittima di un fallo in piena area di rigore lusitana. La partita era iniziata in un clima di visibile tensione (d’altronde si trattava di un quarto di finale mondiale, con la possibilità per gli africani di poter raggiungere una storica semifinale), e l’arbitro argentino ha avuto il deprecabile demerito di non averla saputa stemperare a causa di una direzione assolutamente mediocre per un contesto di portata mondiale. La postura comportamentale dei giocatori, via via che i minuti passavano, ha fatto capire come essi abbiano da subito realizzato la giornata negativa di Tello, in chiaro debito di freschezza mentale. Incapace di valutare ostruzionismo e durezza degli interventi, gli errori di valutazione tecnico/disciplinare sono presto diventati inspiegabili. Assediati come siamo, nel nostro Paese, da continue polemiche sulle direzioni arbitrali, forse la lezione di questi mondiali dovrebbe portare a rivedere un po’ dei nostri giudizi.

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