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Anno nuovo, campionato nuovo?

(Fonte foto: tuttocampo.it)

Ecco arrivato il 2023, ancora fresco di auguri e di festeggiamenti, che apre un nuovo anno di sport chiuso con la brutta notizia della morte di Pelè, al secolo Edson Arantes Do Nascimiento.

A ricordare il talento del più popolare giocatore brasiliano di ogni tempo un solo aneddoto:

siamo sul set di Fuga per la Vittoria, un film del 1981diretto dal grande regista John Huston in cui Pelè, questa volta nel ruolo dell’attore, doveva girare una scena in cui era chiamato a cimentarsi in un goal in rovesciata… beh, il regista aveva previsto naturalmente più “ciak” perché il gesto tecnico per tanti motivi era decisamente di difficile esecuzione. Pelè disse all’ex giocatore Bobby Moore, anch’egli attore improvvisato per il film, dove passargli la palla, il passaggio fu perfetto e la rovesciata dell’asso brasiliano anche… un solo “ciak”, buona la prima! Come dire: provare per credere, basta vedere la scena del film! Evitiamo inutili paragoni che stanno riempiendo le pagine dei rotocalchi sulla carta stampata e in televisione: tra Pelè e Maradona un migliore non lo troviamo, ma li mettiamo entrambi sul podio storico dei calciatori migliori di ogni tempo.

Il 2022 si è chiuso anche con l’inchiesta della procura di Torino sul bilancio della Juventus, che corre il rischio di provocare un ennesimo terremoto nel calcio italiano. Certamente non possiamo affermare che ce ne sia un disperato bisogno, dopo tutti i vari scandali calcistici che ci sono stati in Italia dalle scommesse degli anni ‘80 in poi. Con quali conseguenze questa inchiesta della procura farà sentire il suo peso sul campionato? Come si comporteranno i giocatori della Juventus? Tutto questo ci impone delle riflessioni profonde, con la prospettiva di un futuro incerto per la vecchia signora, ancora una volta al centro di un vortice giudiziario, questa volta per illeciti amministrativi, diversamente dal 2006 quando, ai tempi della triade Moggi, Giraudo e Bettega per mai del tutto provati comportamenti di corruzione verso alcuni arbitri, fu retrocessa in serie B dalla Lega in un’inchiesta giudiziaria che prese il nome di Calciopoli.

E ora ci troviamo ad assistere ad un campionato che vorremmo vedere nella sua dimensione pura e semplice, invece la spada di Damocle dell’inchiesta della procura pende sul suo normale svolgimento, rendendo il gusto dello spettacolo come una inutile appendice. Non bastava la situazione della Sampdoria a toglierci il sapore del gioco, una Sampdoria che appare sempre più legata alle decisioni del patron Ferrero, mai uscito di scena nonostante le pesanti interdizioni, che non sembra voler cedere la società senza un tornaconto, ma così facendo il rischio fallimento si materializza sempre di più. Altre società fortemente indebitate risultano essere Verona, Lazio, Torino, Empoli e Udinese, oltre all’Inter e alla Roma che, più ricche delle precedenti, dovrebbero avere saldato il debito con il fisco italiano grazie a nuovi conferimenti di capitale sociale.

Un campionato dunque tutt’altro che in salute, che ritorna negli stadi e nelle tv in un contesto torbido e avvolto nel fitto mistero delle contabilità e dei conti di esercizio, con grosse difficoltà che vedremo in sede di calciomercato dove saranno possibili scambi e investimenti su giovani promesse, ma meno contratti a giocatori top level, troppo impegnativi per le condizioni finanziarie dei nostri club. Si prospetta, quindi, una Serie A più che mai di vecchio stampo, con pesanti macigni legali che gravano sul suo svolgimento e con la sensazione che questo sport, dopo il mondiale delle polemiche in Qatar, debba essere profondamente rinnovato e riportato a quando non era concepito come un’industria ma come puro divertimento, quando nelle nostre squadre potevi pronunciare qualche cognome italiano in più e quando era considerato, tra gli anni ’80 e ’90, come “il campionato più bello del mondo”.

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