(Fonte foto: Corrieredellacitta.it)
Scene da far west, l’area di servizio di Badia al Pino teatro di una guerriglia fra gruppi di “tifosi” incappucciati e vestiti di nero, armati di bastoni e aste di bandiere, lanci di petardi e sassi contro le auto, traffico dell’autostrada A1 verso nord bloccato per 50 minuti.
Sembra la pellicola di un film su Hooligans o Ultrà, ma è la cruda realtà che hanno vissuto lo scorso 9 gennaio gli automobilisti in transito o in autogrill sul tratto dell’autostrada nei pressi di Arezzo, già tristemente nota per la tragica morte di Gabriele Sandri nel 2007.
Un agguato? Un appuntamento? Saranno le forze dell’ordine e gli inquirenti a chiarire le dinamiche degli incidenti avvenuti tra i romanisti diretti a Milano per il match serale della domenica e i napoletani diretti a Genova (che, come riporta il Corriere della Sera, doveva essere il vero luogo per un agguato, poi sfumato, ai tifosi del Napoli, da parte di 4 tifoserie avversarie) per la partita con la Samp delle ore 18, in una domenica che chiudeva tra l’altro il lungo periodo di festività, con rientro dalle vacanze di Natale di ignari automobilisti.
Sarà un pensiero scontato ma è impossibile non legare tale episodio alla data del 3/05/2014, finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina allo Stadio Olimpico di Roma, con scontri che portarono al ferimento di Ciro Esposito per mano di un tifoso romanista e, dopo 50 giorni di agonia, alla morte.
A novembre dello stesso anno nell’incontro Napoli Roma, partita ad altissima tensione, con le due squadre che si affrontano per la prima volta dalla morte di Ciro Esposito appaiono degli striscioni in curva: “03-05-2014 ai posteri l’ardua sentenza” e ancora “Ogni parola è vana…se occasione ci sarà nessuna pietà”.
Secondo il Corriere della Sera ci sarebbe addirittura un patto tra ultras di tutta Europa per vendicare la morte di Ciro Esposito avvenuta otto anni fa, tra cui il Paris Saint Germain, l’Atalanta, il Borussia Dortmund, la Stella Rossa e una strategia vera e propria nell’organizzazione generale delle trasferte da parte degli ultras, con tanto di mappa degli autogrill con sottopassaggi da utilizzare come nascondigli, minivan a noleggio e tutta una serie di codici di riconoscimento.
Alla luce di questa “strategia” e delle riunioni settimanali dell’Osservatorio per la sicurezza, atte a prevenire eventuali situazioni pericolose, si potrebbe ipotizzare che sia stata sottovalutata la doppia trasferta di due tifoserie che visti i trascorsi di certo non si amano e considerando l’attuale calcio spezzatino forse si poteva immaginare di distribuire le due partite in giorni diversi per evitare ogni eventuale contatto.
Soprattutto se è vero che già dalla mattina o addirittura dal giorno precedente sui social si paventava un eventuale appuntamento tra le frange dei tifosi, social ormai ultra controllati proprio alla ricerca di avvisaglie di scontri e schermaglie tra tifosi, ai fini di una celere prevenzione degli stessi.
Il risultato di un giorno di ordinaria follia in autostrada lo vedremo nei prossimi giorni, a seguito della riunione tra i vertici del calcio e il Ministro dell’Interno dell’11/01, ma di certo si avrà un ulteriore inasprimento delle misure, se non addirittura la chiusura delle curve interessate o il divieto delle trasferte.
Nell’immediato, per la prossima partita di campionato Napoli-Juventus non ci saranno restrizioni, vista l’imminenza dell’evento e la vendita ormai ultimata dei biglietti, ma l’Osservatorio, oltre alle misure già previste ha ritenuto necessario prevederne di nuove: servizi di filtraggio dei gruppi di tifosi ospiti a cura delle Questure di partenza; servizi di “accompagnamento in sicurezza” a cura delle Questure interessate dalle partenze di gruppi organizzati di tifosi ospiti, impiego di un’adeguata aliquota di steward in trasferta, da definire in sede di GOS (Gruppo operativo sicurezza), a cura della società sportiva “Juventus F.C.”, impiego delle Forze di Polizia nelle attività di prefiltraggio e filtraggio. Traduzione: ingenti costi, ingenti risorse umane, ovviamente a spese dei cittadini.
Se da un lato la giornata ha fornito uno degli spaccati peggiori che si potessero immaginare, dall’altro è andata in scena allo stadio San Siro, la Scala del calcio, il match Milan-Roma, con i rispettivi tifosi inquadrati spesso sugli spalti gli uni accanto agli altri con le sciarpe al collo tranquillamente intenti a tifare, a gioire o a confortarsi a seconda degli episodi.
Non è utopia, quindi, pensare di poter andare allo stadio e trovarsi al seggiolino accanto un tifoso della squadra avversaria, senza occhiatacce, senza che nessuno inveisca.
Per esperienze personali e di amici di fede calcistica, posso testimoniare che essendo tifoso di una squadra che nulla ha a che vedere con la regione dove risiedo è capitato spesso di andare allo stadio “in borghese”, totalmente anonimo, ma non necessariamente in tribuna, ed essere comunque etichettato come possibile avversario, per non aver esultato ad un gol o inveito contro i giocatori della squadra di casa per un passaggio sbagliato, per non parlare del caso in cui si viene riconosciuti come avversari durante il tragitto sui mezzi pubblici per raggiungere lo stadio, una situazione in cui è meglio non trovarsi.
Di certo Milan Roma a tratti ha fatto vivere sugli spalti un’aria nuova, ha mostrato come dovrebbe essere concepito il tifo nella società odierna. E allo stesso tempo ha riportato indietro nel tempo chi ha vissuto lo stadio nel periodo storico in cui era facile andare in ogni settore evidenziando tranquillamente la propria fede calcistica, vivendo serenamente un evento con la passione e l’enfasi del momento, senza dover reprimere e celare le emozioni.
In finale, se ci soffermiamo a ragionare a mente fredda e con lucidità, quando andiamo a vedere una partita della Nazionale tifiamo tutti insieme nello stesso settore, senza pensare che il nostro vicino può non essere della nostra stessa fede calcistica, ci svestiamo dei colori del club a favore del tricolore…perché non poter fare la stessa cosa durante i match dei week end calcistici della serie A, switch off all’animale che si nasconde in ognuno di noi, switch on al tifoso vero.
David Belli