21 marzo. Accade che sia la prima giornata di primavera e che a Roma in una libreria del centro venga presentato il libro “Soldi vs Idee” scritto da Michele Uva e Maria Luisa Colledani.
Presentazione con un parterre de rois, personaggi del mondo dello sport e della politica che hanno dato vita ad un momento di riflessione traendo spunto dagli undici capitoli del libro.
Il giornalista e autore della prefazione Riccardo Cucchi, il Direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, l’ex calciatrice Carolina Morace, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Presenti in sala il Ministro dello Sport Andrea Abodi e altre personalità del giornalismo e della politica.
Partiamo dalla fine, dalla sintesi perfetta e schietta della giornalista friulana del “Sole 24 Ore” Maria Luisa Colledani, a chiusura degli interventi della serata: “Bisogna cominciare a camminare, perché noi finora non lo abbiamo fatto, puntiamo alla vetta ma cominciamo il sentiero. Se siamo fermi e continuiamo ad istituire tavoli e commissioni, continueremo a dire che la Premier League è il miglior campionato d’Europa. Trent’anni fa la Premier ci guardava, adesso la Premier è già una Superlega un po’ camuffata, perché riesce ad attrarre i campioni migliori, i denari, i fondi mettono i soldi”.
Si è parlato molto nel corso della serata di ciò che manca al calcio italiano ed è emerso a più riprese sia nell’intervento della giornalista del “Sole 24 Ore”, sia nelle dichiarazioni del Presidente Gravina, che ciò che manca è “fare sistema”. Di nuovo torniamo alla concretezza della giornalista che da anni si occupa della relazione tra sport ed economia, per la quale “Le liti non sono prodromiche a idee, sogni e iniziative, ogni Presidente dovrebbe fare un passettino indietro per farne dieci avanti, tutti insieme. Questa è una cosa che attiene alla cultura, che nel nostro Paese ancora non c’è. Basta capire quello che succede Oltremanica per capire come si fa. In Italia vince sempre il campanilismo a danno del sistema”.
Italia indietro nell’immaginario collettivo, Italia indietro nelle affermazioni degli addetti ai lavori.
Rafforza il concetto il Presidente Gravina “Non c’è proprio la logica di fare sistema, poter crescere così come avviene in tantissimi altri paesi del mondo. Non si comprende come mai non si ha voglia di uscire da una sorta di automatismo della percezione. Ci fossilizziamo troppo spesso al monologo della polemica (es.l’arbitro). Il vissuto generale del mondo del calcio oggi è troppo miope in termini di consistenza reale. Il mondo del calcio deve essere valorizzato nei suoi due asset principali, progetto delle ragazze, dei vivai, dei giovani e le infrastrutture. Sono i due asset che generano nei bilanci delle società una vera patrimonializzazione. Noi stiamo vivendo una crisi profonda, una crisi entropica, se pensiamo di uscire con piccoli provvedimenti normativi o con delle regole federali, non è il modo migliore per uscire dalla crisi. Si esce dalla crisi solo in un modo, cambiando direzione, cambiando verso, con una nuova cultura del mondo dello sport e del calcio e per fare questo ci vuole una filiera, noi dobbiamo capire quale è il ruolo dell’amatore, qual è il ruolo del mondo del professionismo di base, lega pro, della b, questo significa fare sistema”.
Riuscirà l’Italia a passare da indietro tutta ad avanti tutta?