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Il Milan torna in semifinale di Champions League dopo 16 anni. Risultato figlio dello stato di forma delle squadre?

Il Napoli crea tanto, ma non trova quasi mai la porta. Sarebbe potuta finire con un passivo larghissimo a favore dei partenopei, ma i numerosi siluri sparati dalla banda di Spalletti quasi sempre non hanno centrato la porta. Oltre al rigore parato a Kvaratskhelia, e alla rete di Osimhen, di Maignan si ricordano solo due interventi: quello sul rasoterra centrale di Zielinski nel primo tempo ed il cross di Kvaratskhelia sfiorato da Ostigaard. Non è il Napoli dell’inizio di stagione. Solitamente le squadre di Spalletti nella seconda parte della stagione hanno quasi sempre vissuto un calo. Il mondiale di mezzo potrebbe aver avuto un effetto ritardante per quanto riguarda questo calo che, tuttavia, si sta mostrando inesorabile anche in questa stagione. Il georgiano di inizio stagione avrebbe fatto almeno un gol questa sera, invece il marziano si sta dimostrando umano.

Per quanto riguarda il momento di forma, se pensiamo al mese di gennaio, il Milan era una squadra che mai ci saremmo immaginati potesse avere la forza e la corsa che ha dimostrato in questi Quarti di Champions. Va detto che il club rossonero ha un’esperienza europea che non tutte le squadre possono vantare e dunque anche questo aspetto potrebbe aver giovato. Pioli è stato bravo a tamponare il momento negativo, rispolverando il muro composto da Kjaer e Tomori, e lubrificando la catena di sinistra Hernandez/Leao che sta tornando ai fasti dell’anno scorso.

A questo punto della stagione e dopo il confronto tra Napoli e Milan in Champions League resta da capire se in questa stagione diversa dal solito, con il mondiale qatarino di mezzo, la differenza l’ha fatta essenzialmente lo stato di forma tra le due squadre.

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