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Sinner, Berrettini, Jacobs: un unico filo conduttore

La preparazione atletica è fondamentale per un atleta, qualunque sia lo sport che viene praticato. Lo è nel calcio, nel tennis, nell’atletica. Abbiamo parlato con Paolo Artico della preparazione di un calciatore e siamo rimasti sorpresi nell’apprendere che giocano un ruolo fondamentale l’alimentazione e il recupero (clicca qui o nel player in basso per ascoltare le parole di Artico a calcioealtrestorie).

Concetto ribadito recentemente da Umberto Ferrara, fitness coach, il “torturatore” di Jannik Sinner, come si definisce. Il tennista altoatesino, dopo l’arrivo del super coach Darren Cahill, che ha affiancato il tecnico Simone Vagnozzi, sostituto dell’allenatore storico Riccardo Piatti, ha inserito nella propria squadra a febbraio 2023 anche un nuovo elemento, Giacomo Naldi fisioterapista ex Virtus Bologna. Uno staff rivoluzionato e un nuovo lavoro da svolgere con nuovi punti di attenzione, soprattutto rivolti al potenziamento muscolare e all’incremento della forza, e nuove strategie come crioterapia, massaggi, osteopatia. Un aspetto cui Jannik non aveva dato importanza, e che invece adesso è diventato prioritario, nella speranza forse di ridurre il numero di infortuni iniziati nel 2022 e proseguiti nel 2023. Ciò che non sembra necessiti di una rivoluzione è l’aspetto mentale del tennista che, nonostante la sconfitta al secondo turno del Roland Garros ha individuato la sua ricetta (chissà se ispirato dal papà Hans Peter che da aprile ha lasciato il rifugio Fondovalle in Val Fiscalina e si è aggiunto allo staff in qualità di chef) per ritrovare la serenità, ossia cercare di essere più felice in campo e scendere con il sorriso.

Leit motiv difficile anche solo da immaginare per il collega Matteo Berrettini, ritiratosi dal torneo del Queen’s rinunciando a difendere il titolo, per l’ennesimo infortunio agli addominali. Un ritiro che si traduce anche nel crollo nel ranking ATP, dopo 4 anni fuori dalla top 30.

In considerazione della tipologia di infortunio, punto dolente a quanto pare del fisico del romano, ci saranno da valutare con attenzione i tempi di recupero, trattandosi di una parte del corpo costantemente sottoposta a sollecitazioni, per non forzare e incorrere in ricadute, tenendo conto anche della possibilità di un lungo stop per tornare poi al top fisicamente (e torniamo a porre l’attenzione sul riposo e il recupero).

Fondamentale sarà anche il lavoro del mental coach. I continui infortuni e la mancanza di continuità hanno fatto perdere a Berrettini il piacere del gioco. In un’intervista al Corriere della Sera ad aprile 2023 affermava: “Scendevo in campo pensando di dover recuperare il tempo perso. Ora spero di recuperare la gioia di giocare a tennis”. Sarà difficile, visto l’ennesimo stop. Contrariamente a Sinner, giocano un ruolo a dir poco scomodo anche i social media, pronti a continui attacchi rivolti all’atleta e alla sua compagna, rea di essere una distrazione per la sua carriera. Gli atleti sono abituati alle pressioni ma in fondo sono anche uomini, con una loro sfera emotiva e se la stessa compagna si sente costretta ad intervenire pubblicamente definendosi bullizzata, siamo veramente ad un punto di non ritorno.

Il filo conduttore degli infortuni e dei social media lega Berrettini ad un altro atleta azzurro, Marcel Jacobs, campione olimpico a Tokyo 2020 nei 100 metri e nella staffetta 4×100 metri, sul quale ci si interroga sulla possibilità che torni a gareggiare ad alti livelli. Negli ultimi 12 mesi tanti stop per infortunio, elongazione del bicipite sinistro, fastidi al gluteo, contrattura della coscia destra, addirittura problemi di adattamento alle scarpe del nuovo sponsor Puma, fino alla lombo-sciatalgia.

È sempre difficile entrare nel merito degli infortuni non conoscendo la “storia” fisica e la preparazione del singolo atleta. Addetti ai lavori che gravitano nell’orbita dell’atletica leggera ci hanno fornito, però, degli spunti di riflessione, che a nostro modesto modo di vedere si possono estendere anche ad altri sport. L’importante è star bene sul piano fisico, aumentare i carichi di lavoro nella speranza di arrivare prima del previsto ad una forma atletica ottimale, prediligere una preparazione prettamente in palestra, affrettare i rientri, non “ascoltare” il proprio corpo, è sempre deleterio.

Tornando al casus belli, ossia Jacobs, possiamo disquisire della delicatezza muscolare del campione azzurro? Forse si, ma è un problema che da sempre lo contraddistingue, da quando ha dovuto abbandonare il salto in lungo che tanto amava per un problema alle ginocchia, con la fase di stacco dalla pedana che costituiva un rischio per le sue delicate articolazioni.

Ha spostato quindi il suo focus sulla velocità e, nonostante i vari infortuni, ci sono anche i notevoli risultati raggiunti. Per Jacobs, a livello mediatico, oltre ai leoni da tastiera nostrani, si aggiungono gli agguerriti britannici, che già a suo tempo avevano fatto insinuazioni neanche troppo velate sulla inaspettata vittoria dell’atleta bresciano, e da ultimo il collega americano Fred Kerley, medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 e campione ai Mondiali in Oregon 2022, in trepidante attesa probabilmente di sfidare l’azzurro in pista. Attendiamo fiduciosi i Mondiali di Budapest a fine agosto, sperando Jacobs possa partecipare, e concordando con Kerley su una cosa: “stai in salute e il mondo sarà tuo”.

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