[fonte foto: sampnews24]
Pochi giorni fa, esattamente il 2 settembre, abbiamo appreso direttamente da un comunicato del club che la Sampdoria parteciperà al massimo campionato femminile di calcio, avendo trovato le risorse per l’iscrizione. Il compito, da parte dei massimi dirigenti Radrizzani e Manfredi, ora proprietari della Samp, dopo la scellerata amministrazione Ferrero, non si presentava di certo facile con tutti i creditori della passata gestione a bussare alla porta per recuperare almeno in parte ciò che avevano in sospeso con la vecchia società. Anche grazie ad un trattamento fiscale di favore, queste risorse sono state trovate e ora ci accingiamo a vedere la serie A femminile con Samp Women quale indiscusso protagonista.
Anche la politica, occorre precisare, nella persona del Presidente della regione Toti e nella persona dell’assessore allo sport genovese Alessandra Bianchi, ha fin da subito perorato la causa e sensibilizzato la proprietà. Non poteva certo mancare una squadra genovese al campionato di serie A, nemmeno a quello femminile, considerando come la storia del calcio ci insegni che proprio a Genova, anche se legato alla storia dell’altra squadra della città, il Genoa, nel lontano 1893, il calcio ha avuto il suo Big Ben, qua in Italia e forse anche nel sud Europa. Portato qui in Liguria da cittadini inglesi, arrivati a Genova per i traffici commerciali con l’Africa grazie al canale di Suez appena aperto, il calcio divenne subito uno sport molto popolare anche se il primo club fu soprattutto frequentato da amanti del cricket, allora sport per ceti più abbienti ed è solo nel 1896, grazie al dottor Spensley, medico poliedrico che fu anche giornalista e scrittore, che il calcio assunse il ruolo che conta oggi come sport più praticato e fu inserito nella denominazione della società come Genoa Cricket and Football Club.
Dunque è la culla della storia del calcio che ci invita a fare delle riflessioni, oltre a farci respirare un sano profumo di calcio puro. La Samp Femminile in questo momento è ancora un cantiere aperto, proprio a causa delle gravi problematiche finanziarie che sono state affrontate per permettere l’iscrizione in serie B e un mercato accettabile alla squadra maschile, ma tutto è ancora in divenire. Stiamo prendendo nota adesso di ben 3 arrivi di giocatrici dalla Juventus, perché la rosa è ancora numericamente scarsa e solo adesso sappiamo che il campo di casa sarà lo stadio di Vercelli, non essendo adatto Bogliasco per motivi tecnici e Chiavari per motivi logistici. Quindi la squadra giocherà le partite casalinghe in Piemonte, ma non si è riusciti a fare meglio.
Il calcio femminile, del resto, è diventato professionistico dallo scorso campionato 2022-23, con 10 squadre partecipanti proprio come lo fu agli inizi del secolo quello maschile, con squadre improvvisate sia nelle rose che nell’organigramma dirigenziale, senza giocatori in panchina e così via. La squadra più titolata nella storia del campionato di Serie A femminile è il Sassari Torres con 7 titoli, non squadre di grandi città come Milano o Roma, proprio come agli inizi del secolo lo furono per il calcio maschile il Genoa e la Pro Vercelli e anche dal punto di vista dei proventi economici derivanti da sponsorizzazioni e trasmissioni di partite siamo su livelli molto più bassi rispetto alle categorie maschili.
Le similitudini storiche con il calcio maschile non mancano, se avremo pazienza di aspettare assisteremo a un grande spettacolo anche nel calcio femminile. Dalla situazione finanziaria della società genovese si comprendono le difficoltà che Radrizzani & Co. hanno avuto cercando di reperire le risorse per l’iscrizione: si rischia di avere costi superiori ai ricavi e di generare perdite di profitto in una fase molto delicata di costituzione della nuova azienda.
Inoltre abbiamo sempre (ma vale in generale per tutto lo sport praticato dalle donne) il difficile tema della tutela dei diritti delle giocatrici, qui si tratta di mettere a norma una serie di regole che si occupino di tutti gli aspetti della vita femminile nel calcio, non un tema facile in un momento in cui la società in generale sta mettendo in mostra una certa violenza fisica e psicologica sulla donna e anche un certo sessismo, pensiamo solo a cosa sta significando, nel calcio maschile, il razzismo negli stadi nelle partite di tutti i livelli. Comunque la notizia buona è che la Samp Women parteciperà al prossimo campionato di serie A femminile, questo è certo, anche se il cantiere ad oggi risulta ancora molto operativo, senza una data certa di fine lavori.