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Accordi stonati

Il calcio è una passione grande come lo è la musica in genere ed il rock nello specifico. Come tutte le passioni sono situazioni divisive perché nel calcio il tifoso vive un solo amore di maglia e quel colore è sportivamente sacro, così nella musica spesso la preferenza per un artista o una band fa allontanare o comunque relegare band o artisti in una posizione di contrapposizione ai propri preferiti.

In queste divisioni spesso entrano in ballo altre componenti filosofiche o ideali politici, sia nel calcio che ai concerti si possano vedere vessilli o stemmi che riportano ad un’idea quasi collettiva dei fan o dei tifosi che seguono un determinato artista anziché una squadra di calcio ben precisa, insomma il calcio e il rock spesso sono divisivi e basta ricordare il dualismo Beatles/Stones per rendere subito l’idea di cosa stiamo parlando in campo musicale o Real/Barça in ambito sportivo.

Quando però un marchio cresce a dismisura e perde di vista le sue origini rischia di tracimare, di esondare e confondere le passioni, questo per me è il caso della nuova partnership tra Barcellona e Rolling Stones diventati sponsor principale della squadra catalana.

A mio modo di vedere certe mescolanze non fanno bene né alla parte emotiva del popolo delle tifoserie né a quello dei fans della musica, far sposare due colossi ognuno con un proprio pubblico significa voler imparentare in qualche modo le due passioni e non lo trovo sano, la trovo un’operazione degna di questi tempi in cui la logica di unire colossi per fagocitare sempre più persone disposte a consumare sta rendendo ai tifosi/fans dei “pacchetti all inclusive” senza poter più avere il gusto di tifare o cantare un’unica sola passione con i propri “simili”.

Proprio gli Stones certe dinamiche le hanno perse già da molto tempo, credo io, da quando l’icona Jagger, in occasione di un concerto in Italia, proprio a ridosso del nostro trionfo mondiale nell’82 si presentò con la maglia azzurra sul palco. Non credo che da britannico fosse un atto sentito, penso che molto di più fosse una mossa da paraculo! Non apprezzai molto quell’exploit del cantante che venne criticato anche da molti inglesi (giustamente), ma quando si diventa troppo grandi non si vede più il mondo che sta in basso e si finisce per perdere piccoli grossi dettagli, ovvero i tifosi/fans.

Sono molte le band che hanno dichiarato il loro amore per un club calcistico o cantato gli inni delle loro squadre del cuore Oasis/City, Iron Maiden/Hammers, Die Toten Hosen/Bayern Monaco e molti altri, ma sono sempre rimasti nell’ambito della loro passione senza mai tracimare nel voler unirsi a colori a loro lontani solo per questione di marketing.

Qua si potrebbe aprire un discorso ancora più ampio, cosa ha portato e quanto ha cambiato la visione consumistica del mercato il calcio e il rock tra caro biglietti, costo del merchandising ecc, sarebbe tema per una serie di puntate e incontri. Io sono un ascoltatore di rock incallito, suono rock, amo il calcio e sono tifoso del Toro e mi piace andare allo stadio alla “vecchia maniera”: panino, birretta e poi fuori la voce. Ho avuto la fortuna di registrare cinque dischi con la mia band (King Mastino) e di girare l’Europa in più tour, ancora di più ho avuto la fortuna di trovarmi ad Amburgo nel 2019 per una data al “Mashenzoo” un locale situato nel quartiere di St. Pauli. In quel pomeriggio al Millerntor Stadion la squadra dei “pirati” giocava ed io non mi feci scappare l’occasione di andare allo stadio per scoprire di persona un’attitudine nel modo di vivere il calcio e il rock in modo a me molto vicino. La tifoseria del Sankt Pauli per attitudine si lega molto al sociale e tiene tutto collegato in modo naturale, rifiuta le logiche del calcio moderno, mantiene i biglietti ad un prezzo popolare, rifiuta categoricamente ogni discriminazione razziale o sessuale e di qualsivoglia natura, ed è una delle poche tifoserie che ha cacciato e non tollera gruppi neonazisti o con riferimenti a certe frange del tifo di estrema destra.

La colonna sonora era composta da musica punk, reggae e tantissimo rock… non gli Stones però. E ripensando a quell’esperienza sempre di più credo che calcio e rock possano coesistere solo se tengono conto delle radici o dell’humus dove nascono e si incontrano e non dove vengono imposti o incollati. Se devo fare poi un raffronto con ciò che i social ci mostrano dei fatti accaduti a Verona, in tribuna dove alcune persone già molto adulte offendevano in modo osceno i napoletani… quanto mi manca Sankt Pauli!

Anche a Bilbao mi trovai a vivere un’esperienza simile…due settimane dopo che il mio Toro eliminò proprio l’Athletic io ero a suonare in città e m’innamorai di Bilbao e dei suoi tifosi.

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