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Una domenica in tribuna – tra sogno e realtà

Frosinone – Roma, 90 km di distanza o forse qualcosa di più, due squadre a confronto una con ambizioni europee e l’altra con l’obiettivo di garantirsi i punti necessari per una permanenza in serie A, due tifoserie diverse ma con la stessa passione per il calcio e territorialmente molto vicine.
Era prevedibile che una volta riempito tutto il settore ospiti, capienza di 1.035 posti, ci fossero tifosi della Roma in altri settori dello stadio, in parte del luogo, in parte giunti a Frosinone dalla capitale.
Alcuni tifosi romanisti, non pensando minimamente ad un eventuale reazione dei tifosi del Frosinone, si sono presentati all’interno dello stadio con sciarpe e cappello al collo, altri con la maglia indossata. In un primo momento il pensiero è andato a quello che dovrebbe essere un mondo perfetto, con tifosi delle due squadre uniti nello stesso settore per assistere ad una partita, ognuno indossando i propri colori.
Forse in un mondo del tifo ideale, almeno in tribuna si dovrebbe poter vedere la partita insieme in modo civile, ma i tempi non sono ancora maturi e con il passare dei minuti il sogno ha lasciato spazio alla realtà.
Così, è capitato di assistere a richieste degli steward in tribuna est che raccomandavano in via preventiva di non mostrare i colori giallorossi per evitare rimostranze dei tifosi dei leoni gialloblù, come verificatosi in più di un episodio, soprattutto dopo il risultato di 0-2 con i tifosi della Roma presi di mira e insultati, con richieste di togliere la sciarpa o la maglia. L’episodio che più fa riflettere è stato sul risultato di 0-3 per la Roma, quando un tifoso del Frosinone si è alzato in piedi e rivolgendosi imbufalito verso il posto dove c’erano tre, quattro romanisti ha indicato un bambino che si doveva togliere la sciarpa dal collo e doveva nasconderla. A rimettere le cose al loro posto ci ha pensato chi era con il bambino, che aveva al collo la sciarpa e la maglia del Frosinone e per sua stessa ammissione militava in tribuna da 15 anni. Non è stato il solo episodio e c’è da dire che se a risultato acquisito per la squadra ospite i tifosi del Frosinone in alcuni casi si sono scagliati verbalmente contro i tifosi della Roma, anche questi ultimi incoraggiati dalla vittoria hanno iniziato a tifare in modo piuttosto evidente e in alcuni casi a cantare, innervosendo ulteriormente i gialloblù.
Se da un lato della tribuna abbiamo assistito a qualche confronto verbale, non è andata meglio in tribuna stampa con i tifosi di casa a dover fare i conti con bambini piuttosto esuberanti, presenti in un settore che dovrebbe essere riservato a giornalisti, in parte monopolizzato da piccoli tifosi giallorossi presi da incontenibile entusiasmo per la vittoria, che hanno inevitabilmente portato a malumori della tifoseria di casa.
Se all’interno dello stadio è andato in scena un ping pong di malumori tra le tribune e qualche fumogeno di troppo nel settore ospiti che ha ritardato di qualche secondo l’inizio del match, c’è da dire che all’occhio di un semplice spettatore, calcisticamente non coinvolto dalla passione per l’una o l’altra squadra, non è passata inosservata l’organizzazione e la facilità di accesso allo stadio.
Blocchi di filtraggio della polizia in uscita dall’autostrada per i tifosi ospiti, ai quali viene garantito un ingresso dedicato senza venire a contatto con la tifoseria di casa. Per gli altri settori dello stadio, parcheggio auto e rapida camminata per raggiungere i rispettivi posti, con uno stadio a dimensione d’uomo, senza pista di atletica, con servizi garantiti nelle immediate vicinanze (bar, ristoranti, punti di ritrovo) e deflusso rapido al termine del match, a testimonianza di quella che dovrebbe essere presa come esempio di una ideale gita calcistica domenicale con la famiglia o gli amici.

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