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Napoli, campo di battaglia?

(Foto: Scontri di Napoli con i tifosi dell’Eintracht. Fonte: ansa.it)

Le coppe europee sono state per le squadre italiane un trionfo, con 6 squadre su 7 a passare il turno e accedere ai quarti di finale. Decisamente meno trionfale è stata la marcia dei rispettivi tifosi.

Si sono registrati vari episodi finiti sotto la lente di ingrandimento dei media e dell’Uefa. Tra questi, la marcia dei 600 tifosi dell’Eintracht nella giornata di mercoledì 15 marzo scorso a Napoli, al termine di giornate convulse iniziate con il divieto della trasferta ai supporter tedeschi da parte del Ministro Piantedosi, che ha innescato un vero e proprio caso diplomatico. Bollata come decisione incomprensibile, il cui motivo era ovviamente da ricondurre all’alto rischio di incidenti tra le tifoserie dopo i primi scontri già avvenuti all’andata a Francoforte, ha scatenato una serie di reazioni a catena.

In primis lo striscione esposto dai tifosi del Bayern Monaco contro il ministro italiano, a supporto dei tifosi dell’Eintracht. A seguire, le dichiarazioni di Philipp Reschke, membro del consiglio di amministrazione del club tedesco, per il quale “Il divieto al Napoli di venderci i biglietti per i nostri tifosi è senza precedenti nel calcio internazionale. Per questo sport è un giorno molto triste”.

Nel giro di pochi giorni si sono susseguite una girandola di disposizioni, con il Tar che ha sospeso il precedente provvedimento, scatenando le proteste delle forze di polizia, e il Prefetto di Napoli che ha adottato un nuovo provvedimento vietando la vendita dei biglietti per i residenti a Francoforte. Durissima la presa di posizione del Presidente della UEFA, Alexander Ceferin, contro la decisione delle autorità italiane. Parlando alla tv tedesca Zdf ha spiegato come non abbia affatto digerito la decisione del Prefetto di Napoli di bloccare la trasferta ai tifosi tedeschi. Per il Presidente, si tratta di una situazione intollerabile. In sostanza, “se non si è in grado di garantire l’ordine pubblico in quel luogo, va cambiata la sede della partita. Molto semplicemente: cambieremo le regole”.

Considerando i fatti accaduti a Napoli nel pomeriggio che ha preceduto il match, le dichiarazioni di Ceferin sono apparse a molti come un vero autogol, come dichiarazioni inaccettabili, perché come ribadiscono sia il Ministro dello sport Andrea Abodi, sia il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, sulla sicurezza non si scherza.

Dopo essersi radunati sul lungomare della città i tifosi tedeschi hanno raggiunto il centro storico e arrivati a Piazza del Gesù si sono scontrati con le forze di polizia. Vere e proprie scene di guerriglia in centro a Napoli, con ultras tedeschi a volto coperto che hanno incendiato le auto (comprese quelle della Polizia) e lanciato oggetti contro le vetrine dei negozi e le forze dell’ordine.

I disordini sono continuati anche dopo la fine della partita, quando i tifosi dell’Eintracht sono stati riportati nell’hotel dove alloggiavano. Qui si sono registrati nuovi momenti di tensione con le forze di polizia a presidiare la zona circostante l’hotel, per evitare scorribande dei tifosi del Napoli.

Dopo una giornata di ordinaria follia, condanna unanime dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal ministro dell’interno tedesco Nancy Faeser, dalla stampa tedesca e dai siti web teutonici.

La gestione della piazza è finita inevitabilmente sotto accusa. Nella scia di reciproche accuse e ipotesi su ciò che si poteva o non si poteva fare per evitare o arginare la situazione, ciò che ha particolarmente colpito è l’aiuto fornito dagli ultras dell’Atalanta ai supporter dell’Eintracht. Si torna a parlare di “amicizie” tra tifoserie organizzate, un tema già affrontato a seguito dell’agguato ai Fedayn da parte dei Delije della Stella Rossa (clicca qui per approfondire). Si era già parlato di gemellaggi che potevano portare ad inquietanti scenari di possibili intrecci internazionali nella geografia del tifo, da non sottovalutare. Un gemellaggio solido tra le due tifoserie, come ha evidenziato lo striscione fuori dal Gewiss Stadium che si scagliava proprio contro il doppio divieto di trasferta imposto dal prefetto di Napoli per motivi di ordine pubblico. Oltre allo stop ai tifosi tedeschi era stata negato anche il viaggio ai bergamaschi, in occasione del match fra Napoli e Dea disputato l’11 marzo allo stadio Maradona.

Il prefetto Claudio Palomba avrebbe parlato dei tifosi bergamaschi come tassisti dei supporter tedeschi. I tifosi della Dea avrebbero accompagnato a Napoli gli amici renani, consentendo loro di arrivare in ordine sparso, eludendo il controllo delle forze dell’ordine.

E di nuovo ci troviamo ad interrogarci sulle amicizie tra tifoserie a livello internazionale, e sulle opzioni da mettere in campo per consentire ai tifosi di essere liberi di seguire la propria squadra, una vera utopia se si considera che finiti i sorteggi Uefa, i primi pensieri sono stati nuovamente per l’ordine pubblico e la sicurezza, viste le partite che ci attendono ai quarti di finale e i precedenti tra alcune squadre.

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